La corte suprema austriaca, (OGH) ha confermato la sentenza del organizzazione austriaca per la tutela dei consumatori (VKI) il 23novembre 2023 / 47 clausole delle CGC Lyconet sono illegali! Buone notizie per i titolari di cloud!

Ancora una volta, le CGC della società Hubert Freidl sono state dichiarate nulle.
Già nel 2015, le CGC Lyoness erano state giudicate non ammissibili con 61 clausole errate.
A quel tempo, l’azienda sosteneva che si trattava di vecchi termini e condizioni e che le nuove CGC erano state corrette e prive di problemi. Tuttavia, non è così.
Ora solo 47 clausole su 61 sono illegali. Un miglioramento discutibile, ma uno sviluppo comunque positivo per tutti iproprietari di cloud!

L’Organizzazione austriaca per la tutela dei consumatori (VKI) ha intentato, per conto del Ministero degli Affari sociali, un’azione collettiva contro Lyconet Austria GmbH (Lyconet).
Lyconet, una società attiva nel network marketing, ha commercializzato, tra le altre cose, il “Cashback World Program”.
Si tratta di un gruppo di acquisto che dovrebbe consentire ai membri di ottenere vantaggi acquistando beni e servizi presso aziende partner.
Oggetto della causa erano 47 clausole contrattuali, che facevano parte degli accordi Lyconet e dei cosiddetti piani di compensazione Lyconet.

Questi sono stati criticati dall’Organizzazione dei consumatori (VKI), tra l’altro, a causa di numerose normative non trasparenti e di relative ambiguità.
Dopo che le istanze secondarie avevano già giudicato illegali tutte le 47 clausole contestate, anche la Corte suprema (OGH) ha riconosciuto inammissibili tutte le clausole.
Il giudizio è divenuto definitivo.

L’azione rappresentativa dell’Organizzazione dei consumatori (VKI) era diretta contro le clausole degli accordi Lyconet (3-2019, 9-2019 e 1-2021) e le clausole dei piani di compensazione Lyconet (3-2019, 9-2019 e 1-2021).

Molte delle clausole contestate sono state giudicate poco trasparenti dai tribunali. Sono stati impiegati termini quali “Bonus Units”, “Customer Units”, “Following Units”, “Transfer Units”, “Lifeline”, “Upline”, “Balance Program”, “Career Program”, “Balance Category” e “Balance Commission” il cui significato era piuttosto ambiguo.
Il tribunale di primo grado aveva già stabilito che non si trattava di termini di uso comune e che, senza un contesto più ampio, risultavano incomprensibili.
Inoltre, non erano spiegati in modo sufficientemente chiaro nell’intero regolamento Lyconet.
La Corte d’Appello aveva aggiunto che per i consumatori medi non risultava affatto chiaro quando e in quale misura avrebbero acquisito diritti a quali compensi, perfino dopo uno studio approfondito dell’intero corpus di regole.

La Corte Suprema (OGH) ha confermato questa concezione. Oltre alla mancanza di trasparenza, in alcune clausole è stato anche riscontrato un grave svantaggio per i consumatori. Sono abusive e quindi inammissibili, ad esempio, le ampie possibilità di risoluzione degli “accordi di marketing” da parte di Lyconet e gli eccessivi obblighi di riservatezza.

Secondo il punto di vista legale dell’Organizzazione dei consumatori (VKI), dalla decisione passata in giudicato attualmente in vigore consegue che i contratti Lyconet interessati sono inefficaci e che i consumatori possono richiedere il rimborso completo dei pagamenti effettuati.

Hubert Freidl ha sempre costruito il suo modello di business cosicché tutti i membri venissero dichiarati imprenditori secondo i termini e le condizioni. Dietro questo c’è l’intenzione di privare i consumatori della relativa protezione e quindi di impedire il recupero dei pagamenti e l’arricchimento indebito.
Il Tribunale distrettuale di Vienna, con sentenza del 22 febbraio 2023, GZ 11 Cg 55/22h-11, ha accolto l’azione nella sua interezza.
Nonostante la chiara situazione giuridica, Lyconet Austria GmbH ha presentato ricorso, che non è stato accolto dalla Corte d’appello di Vienna il 17 luglio 2023, GZ 1R 50/23i-18.

Ciononostante Lyconet Austria GmbH ha presentato ricorso alla Corte suprema (OGH), che lo ha respinto con ordinanza del 21 novembre 2023, n. 2 Ob 182/23p. Secondo l’Organizzazione dei consumatori (VKI), Lyconet Austria GmbH non ha nemmeno pagato i costi.

Riepilogo:
Lyconet stipula contratti tramite un sito web da essa gestito mediante registrazione e utilizza moduli contrattuali con una varietà di clausole contrattuali standardizzate.
La maggior parte delle persone che stipula tale rapporto contrattuale con Lyconet non ha mai svolto attività imprenditoriali, ha percepito redditi esclusivamente da lavoro dipendente e ha perseguito scopi di investimento privato.
Cionondimeno, Lyconet non respinge i rapporti contrattuali con tali persone.

L’Organizzazione dei consumatori (VKI) esige, ai sensi della legge austriaca in materia di tutela dei consumatori (KSchG) § 28 in combinato disposto con il § 879 comma 3 ABGB, §§ 6 e 10 comma 3, che a Lyconet venga vietato di impiegare o invocare le 47 clausole contenute nelle condizioni generali di contratto o in formulari di contratto prestampati, o clausole analoghe, in ogni operazione commerciale con i consumatori.
L’Organizzazione dei consumatori (VKI) insiste anche sulla pubblicazione della sentenza sui quotidiani.

Ciò dimostra che la stragrande maggioranza dei clienti è costituita da consumatori, ma nei termini e nelle condizioni viene implicato che siano imprenditori per poterne trarre vantaggio.

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